Carenza di magnesio: come riconoscerla e come intervenire
La carenza di magnesio, nota in ambito medico come ipomagnesemia, è una condizione che si verifica quando i livelli di questo minerale nel sangue risultano inferiori alla norma. Il magnesio è fondamentale per numerose funzioni dell’organismo, tra cui il buon funzionamento del sistema nervoso e muscolare, il mantenimento della salute ossea e la regolazione del battito cardiaco. In una fase iniziale la carenza può passare inosservata, ma se trascurata nel tempo può avere conseguenze importanti, come disturbi del ritmo cardiaco o sintomi neurologici.
Perché può mancare il magnesio?
Le cause dell’ipomagnesemia sono diverse e spesso legate a cattive abitudini alimentari o a condizioni patologiche. Una dieta povera di nutrienti, il digiuno prolungato o l’alcolismo cronico riducono notevolmente l’apporto di magnesio. Anche alcune malattie dell’apparato digerente – come celiachia, morbo di Crohn, colite ulcerosa o pancreatite – possono comprometterne l’assorbimento intestinale. Altri fattori predisponenti sono l’uso prolungato di lassativi o diuretici, l’insufficienza renale, i disturbi tiroidei, episodi ricorrenti di vomito o diarrea.
I sintomi della carenza
Nei casi lievi la carenza di magnesio può non causare sintomi evidenti, ma quando i livelli scendono in modo significativo iniziano a comparire disturbi fisici e mentali. Tra i sintomi più comuni figurano tremori, crampi muscolari, nervosismo, sbalzi d’umore, difficoltà di concentrazione, confusione e debolezza generalizzata. Nei casi più gravi possono manifestarsi aritmie cardiache e disturbi neuromuscolari più complessi, che richiedono un intervento medico immediato.
Cosa fare per rimediare
La prima strategia da adottare per contrastare la carenza di magnesio è migliorare la qualità dell’alimentazione, il magnesio si trova in abbondanza in verdure a foglia verde, cereali integrali, legumi, frutta secca e semi oleosi. Anche il cioccolato fondente, le banane e alcuni tipi di pesce, come lo sgombro, ne sono buone fonti.
Se l’apporto alimentare non è sufficiente o se esistono condizioni cliniche che ne limitano l’assorbimento, si può ricorrere agli integratori. Le formulazioni più comuni includono magnesio citrato, carbonato, cloruro, aspartato, solfato e ossido di magnesio. È importante però rispettare sempre le dosi consigliate, poiché un eccesso può provocare disturbi gastrointestinali come diarrea o crampi addominali.
Nei casi più seri, in presenza di sintomi acuti o persistenti, il medico può decidere di somministrare il magnesio per via intramuscolare o endovenosa, soprattutto quando il deficit è marcato o associato ad altre patologie.
Quando rivolgersi al medico
Se si soffre spesso di stanchezza, crampi muscolari o altri sintomi compatibili con la carenza di magnesio – specialmente in presenza di condizioni predisponenti – è opportuno eseguire un esame del sangue per valutare i livelli del minerale. Lo specialista potrà suggerire la strategia più adatta, personalizzando l’intervento sulla base delle esigenze individuali e dell’eventuale presenza di patologie associate.